Florilegio...
L'epigrafe
«Senza i libri perderemmo la memoria»
Cardinal Bessarione (1403-1472)
Dalla premessa di Mario Orlando
«Una vita breve, quella dell’architetto Vittorio Meano morto a soli 44 anni: a chi ne ricostruisca i lineamenti di pensiero, essa consente di tenere sotto osservazione tutta una generazione dell’Italia migliore».
«Il volume (…) è perfetto per chi abbia voglia di scoprire Vittorio Meano, personaggio dai più considerato eclettico, al di là dello stereotipo dell’emigrante e del mito di una terra dove andare a trovare fortuna».
Dalla presentazione di Gemma Amprino
«È veramente mirabile la capacità degli scrittori Claudio Martino e Paolo Pedrini di far rivivere al lettore l'avvincente vita del nostro connazionale, non conosciuto quanto meriterebbero le sue doti e le straordinarie opere».
«L’avvincente e piacevole lettura, che motiva l’ammirazione e la gratitudine verso gli autori, merita d’essere considerata un prezioso contributo culturale offerto alla Valle di Susa e alla nostra storia, in grado di rendere giustizia a una persona dotata di capacità straordinarie».
Dalla prefazione di Jorge Alberto Garrappa
«Un ponte. Ecco quello che hanno fatto – in modo brillante – Claudio Martino e Paolo Pedrini con la loro importante opera. Un ponte tra due sponde, tra due Paesi, tra due percorsi movimentati di una stessa vita che ebbero un drammatico finale in mezzo a una complessa rete di sogni, paradigmi, potere e dolore (...) Sono pagine che forse gettano pure un ponte incrollabile tra gli autori e i lettori, che dovranno attraversarlo con serenità, come ho fatto io. Poco a poco, sorso a sorso, come si beve un buon “Barolo” o un pregiato “Malbec” di Mendoza».
«Cattura. Il lettore si sentirà subito immerso in un documentario storico, narrato con la frizzante dinamica di un bel romanzo».
Dalla postfazione di Bruna Bertolo
«Una storia vera, svelata a poco a poco con il ritmo di un romanzo, assai più di una semplice biografia».
«Un’autentica rappresentazione vissuta di amore e morte, di miseria e nobiltà, in cui la grande “Historia” degli uomini, persino quella fatta di emigranti e di continenti così distanti in qualche maniera uniti perennemente dall’esodo della fame e della povertà (ma in questo caso pure del “genio”), fa da sfondo a vicende ed emozioni, regalandoci una intensa pagina di studio e di scrittura».